#podcast: programmare che passione

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Sono molto felice di condividere con tutti i lettori del mio blog, il link alla puntata di Motto Podcast che mi vede nuovamente come protagonista, insieme a Silvia della onlus #1caffe. Ringrazio inoltre Roberto per l’invito, è stata una bella occasione per parlare del progetto DSmart-Accademy.
Inoltre, potrete ascoltare anche altri episodi del Motto Podcast su tutte le più diffuse piattaforme di streaming, come #amazonmusic, #audible, #spotify, #applepodcast e #Googlepodcast

Scrivono su Motto Podcast:

“In questo episodio imperdibile di Motto Podcast, ci immergiamo in una storia di rinnovata amicizia e innovazione sociale. Roberto ha il piacere di riaccogliere Alessandro Albano, un ritorno che promette ispirazione, unitamente a Silvia Meacci di 1caffè onlus, per svelarci un progetto rivoluzionario: la nascita di una smart Academy dedicata all’empowerment dei non vedenti attraverso la programmazione.
Scoprite come l’expertise di Alessandro si intreccia con le ambizioni filantropiche di 1caffè onlus per creare un’offerta formativa senza precedenti. Con un curriculum che include un corso base, uno avanzato e sessioni one-to-one, questa Academy è pronta a sfidare i limiti del possibile e aprire nuove frontiere per l’inclusione digitale.
Preparatevi a essere ispirati da questa iniziativa pionieristica che mira a trasformare la tecnologia in uno strumento di emancipazione e uguaglianza. Ascoltate il nostro podcast per immergervi nelle storie di Alessandro e Silvia, scoprire i dettagli di questa entusiasmante avventura e capire come anche voi potete contribuire a fare la differenza. Non perdete l’occasione di far parte di questa rivoluzione inclusiva nel mondo della programmazione.”

Link e contatti per i corsi

Link al progetto Smart Academy
Link per iscriversi ai corsi
Per info: info@1caffe.org – 3386023341″

I progetti di Roberto

Conosco Roberto da più di 1 anno, di lui mi ha subito colpito l’energia, la voglia di fare inclusione, l’allegria e la tipica pacatezza nipponica. Impossibile non nascesse una collaborazione spontanea, anche se in così poco tempo. Per il nostro incontro devo ringraziare gli scacchi, una delle passioni che ci accomuna.
Seguitelo su Motto Podcast.

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Prompt di Windows, lavoriamo con gli output in modo accessibile

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Noi non vedenti lavoriamo molto con il prompt dei comandi, questo ci evita spesso di dover lottare con interfacce poco accessibili e di impartire comandi mirati che facciano esattamente ciò che immaginiamo.
Elencherò di seguito alcune strategie per ridirezionare l’output del prompt di Windows su file di testo.
I simboli >, 2> e 2>&1 permettono di controllare dove viene inviato l’output dei comandi digitati nel prompt di Windows.

  • Il simbolo > reindirizza l’output standard (stdout) di un comando in un file. Per esempio:
    dir > elenco.txt
    In questo caso, l'elenco dei file e delle cartelle della directory corrente viene salvato nel file elenco.txt. Il comando non viene visualizzato sullo schermo;
  • Il simbolo 2> reindirizza l'output di errore (stderr) di un comando in un file. Per esempio:
    dir cartella_inesistente 2> errori.txt
    Poiché la directory cartella_inesistente non esiste, il comando genera un errore. L'errore viene salvato nel file errori.txt, mentre non viene visualizzato sullo schermo. La parte del comando che non da errore viene visualizzata sullo schermo. Quindi le due informazioni vengono separate.
  • Il simbolo 2>&1 reindirizza sia l'output standard che l'output di errore nello stesso file. Per esempio:
    dir inesistente 2>&1 > output.txt
    In questo caso, sia l'elenco dei file e delle cartelle (se presenti) che l'eventuale errore vengono salvati nel file output.txt.

Da ricordare che se il file di output non esiste, verrà creato, ma se il file di output esiste già, il suo contenuto verrà sovrascritto.

Un piccolo trucco

Quando siete posizionati nel prompt in una certa cartella, se ne avete necessità, potete aprire esplora risorse in quella determinata posizione. Per fare ciò basta che digitiate il comando:
start .
Al contrario, se vi trovate in esplora risorse e volete aprire nella posizione attuale il prompt dei comandi, non dovete fare altro che premere il tasto "f4". In questo modo vi posizionerete nella barra dell'indirizzo della finestra, premete la combinazione "ctrl+a" per selezionare tutto il percorso presente nel campo di testo. A questo punto scrivete il comando "cmd" e premete il tasto invio. Apparirà così il prompt dei comandi nella posizione desiderata.

In conclusione

Questo modo di interagire con il prompt dei comandi è molto adatto a chi usa il terminale con uno screen reader. Infatti navigare la schermata del prompt dei comandi con un lettore di schermo non è sempre agevole, in più spesso sono presenti molti contenuti e in ambito programmazione ci troviamo spesso difronte a dei prompt molto lunghi che possono anche rallentare o bloccare lo screen reader fino al termine della scrittura dei messaggi.

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Lo pseudocodice per la scrittura di algoritmi: un metodo efficace anche nella didattica per le disabilità visive

Tempo di lettura: 11 minuti

Oggi vi parlo di algoritmi e pseudocodice, in un ottica un po’ diversa dal solito. Ho conosciuto questi termini durante gli studi tecnici come perito informatico, capendone le potenzialità come utente ipovedente. Ne riconosco l’efficacia ancora oggi da non vedente e rilancio dichiarando che per una persona con disabilità visiva, la tecnica della scrittura di pseudocodice è assolutamente efficace, rappresentando comunque una metodologia usata spesso anche da sviluppatori normodotati. Quindi non è un metodo esclusivo, ma una tecnica nata per tutti che nello specifico ci è molto utile. Continua a leggere Lo pseudocodice per la scrittura di algoritmi: un metodo efficace anche nella didattica per le disabilità visive

#video: programmazione del software come sbocco professionale per le persone non vedenti

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Condivido con piacere l’intervista per il canale Youtube di APRI Onlus, dove ho avuto l’occasione di parlare del mio lavoro come developer e di come sia possibile svolgerlo nonostante la mia cecità. Questo mio intervento ha l’obiettivo di divulgare questa possibilità occupazionale per le persone non vedenti.

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Si è concluso il corso di programmazione Java per ipo e non vedenti

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A Maggio 2019 è iniziata questa lunga avventura, creare un percorso formativo sul mondo della programmazione, dedicato a persone con disabilità visiva. Dopo un lungo e intenso anno, giungiamo al termine di questo percorso e facciamo il punto.
L’interesse sull’argomento è stato davvero tanto, a dire il vero anche inaspettato per certi versi. Sono entrato in contatto con davvero molte persone e alla fine siamo rimasti poco più di una decina. C’è stata una selezione naturale, infatti chi per mancata attitudine, chi per scelta personale, ha deciso di non proseguire il cammino insieme.
D’altronde gli argomenti trattati non sono sicuramente semplici, e molto spesso non si capisce il significato della programmazione fino a quando non la si sperimenta. Al di la dei contenuti del corso, penso di aver lasciato qualcosa della mia esperienza lavorativa ad ognuno dei partecipanti e di questo ne sono molto felice. Come ripetuto molte volte, l’offerta formativa in ambito “sviluppo software” è molto ampia e variegata, ma la particolarità del percorso che ho proposto è stato il focus sul mondo della disabilità visiva, come superare le insidie che si celano dietro la mancanza di accessibilità degli strumenti professionali, adattandoli e trovandone di complementari totalmente accessibili. Imparare delle metodologie di lavoro, di pensiero e di risoluzione dei problemi, che rimangano lontane dall’approccio visivo ma che siano ugualmente efficaci e produttive.
è stato un percorso faticoso per gli studenti, ma anche per il sottoscritto, se considerate il fatto che ho dovuto preparare lezioni e materiali nel mio tempo libero, oltre a seguire il gruppo via email durante la settimana. Ho sicuramente fatto del mio meglio e come tutte le cose, da questa esperienza, ne esco arricchito, imparerò dai miei errori. Come molti in Italia, siamo riusciti, con fatica, ad andare avanti nonostante l’emergenza sanitaria, è stato importante non fermarci, nonostante le nostre vite siano radicalmente cambiate. Ad oggi, non è in previsione una seconda edizione del corso, ma non si sa mai per il futuro.
Stay Tuned..

DBEaver, un approfondimento di utilizzo per pl-sql

Tempo di lettura: 5 minuti

Grazie al prezioso aiuto dell’esperta “Stefania Leone”, dba non vedente, condivido un approfondimento sul software in oggetto, in riferimento al pl-sql. Consiglio questa lettura a chi ha già maturato una certa esperienza con i database, DBEaver e lettore di schermo.
Continua a leggere DBEaver, un approfondimento di utilizzo per pl-sql

Guida introduttiva a DBEaver, un client per basi dati universale ed accessibile

Tempo di lettura: 5 minuti

Le persone non vedenti devono superare un grande ostacolo, per gestire al meglio le basi dati. Trovare un client accessibile. La missione non è semplice, purtroppo i tool proprietari dei vari database sono poco accessibili, alcune volte totalmente inaccessibili. Oggi vi do una soluzione, il client universale DBEaver CE, assolutamente accessibile ed usabile. Lo uso quotidianamente con il lettore di schermo NVDA, su Windows 10.
Questo articolo non tratterà argomenti di teoria sui database, ma a fine articolo vi indicherò alcuni link dai quali poter apprendere le basi di questo argomento. Si da quindi per scontato che si sappia cosa è un database e come interrogarlo mediante il linguaggio SQL standard. Continua a leggere Guida introduttiva a DBEaver, un client per basi dati universale ed accessibile

Interfacce Grafiche Accessibili in Java

Tempo di lettura: 7 minuti

Continuiamo la serie di articoli su Maven e java. Oggi spiegheremo come creare un progetto sfruttando queste tecnologie, abbinate a open javafx per realizzare applicazioni con interfaccia grafica. 
Autore dell’articolo è “Francesco Calogero”, sviluppatore java ipovedente, che condividerà con noi la sua esperienza.

Continua a leggere Interfacce Grafiche Accessibili in Java

Organizziamo i nostri progetti java con Maven ed Eclipse in modo accessibile

Tempo di lettura: 6 minuti

Abbiamo visto nell’articolo Guida introduttiva all’IDE Eclipse, per programmare con Java in modo accessibile, quali strategie adottare per programmare, senza problemi, con java tramite l’IDE Eclipse, di cui fornivamo un link per il download della versione dedicata a java enterprise.
Successivamente, nell’articolo “Importare manualmente una libreria java in Eclipse“, vi ho spiegato come includere una libreria, file jar, nei vostri progetti. Macchinoso ma efficace.
Ora vedremo una modalità molto potente e ampiamente diffusa per creare e gestire i nostri progetti.
Impareremo ad utilizzare Maven, un prodotto della Apache Software Foundation, uno strumento di build automation utilizzato prevalentemente nella gestione di progetti Java.
Come sempre il focus dei miei articoli è orientato all’accessibilità, non intende replicare nozioni ampiamente espresse da siti specialistici, per approfondimenti rimando ai link che inserirò in coda a questo articolo.
Continua a leggere Organizziamo i nostri progetti java con Maven ed Eclipse in modo accessibile

Importare manualmente una libreria java in Eclipse

Tempo di lettura: 2 minuti

Ad oggi, è quasi impensabile che un programmatore esperto, importi a mano le librerie in un progetto creato con l’IDE Eclipse. Ci sono tool come Maven che fanno questo sporco lavoro per noi. Penso però, che a fini didattici o per situazioni particolari, valga la pena capire come importare delle librerie di terze parti, a mano, con Eclipse. Naturalmente in modo accessibile, con lettore di schermo NVDA. Continua a leggere Importare manualmente una libreria java in Eclipse

Guida introduttiva al debug di codice java con Eclipse e NVDA

Tempo di lettura: 5 minuti

È giunta l’ora di vedere insieme come effettuare il debug del nostro codice scritto in java, con Eclipse e NVDA.
Il debug è una pratica molto comune per esaminare step by step il codice prodotto, per scovare bug gravi o anche semplici malfunzionamenti. Come prerequisito, bisogna avere letto il mio articolo “Guida introduttiva all’IDE Eclipse, per programmare con Java in modo accessibile” (per la configurazione di Eclipse e il suo addon che ne migliora l’accessibilità) o conoscere già la programmazione ad oggetti con java ed Eclipse. Naturalmente, anche il focus di questo articolo, sarà il mondo dell’accessibilità e delle metodologie di programmazione applicate alle persone con disabilità visiva. Continua a leggere Guida introduttiva al debug di codice java con Eclipse e NVDA

Il lavoro come opportunità di inclusione e di affermazione dell’identità: il punto di vista di coloro che offrono idee, progetti e strumenti

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Il 30 Ottobre ho avuto l’opportunità di condividere la mia esperienza nel mondo del lavoro da persona diversamente abile. Sono stato invitato a partecipare ad una tavola rotonda presso il Politecnico di Torino, nell’ambito degli eventi organizzati dall’Internet Governance Forum.

Rilevanza del workshop: Dal mondo del lavoro, sempre più complesso e mutevole nelle sue dinamiche, rischiano di essere escluse quelle categorie che presentano delle fragilità. Il connubio tecnologia e management può favorire, in questo contesto un processo di inclusione più efficace.
Contenuto del workshop: Nel workshop si metteranno in evidenza buone pratiche di utilizzo della tecnologia e disability management.
Diversità del workshop: Nella composizione verrà garantita non solo la parità di genere ma parteciperanno soggetti delle categorie oggetto degli interventi di diversity management.

Condivido l’estratto del mio intervento, in cui mi sono concentrato nel condividere la mia esperienza, facendo emergere criticità e aspetti positivi dei miei primi 20 anni di lavoro nel mondo IT come analista programmatore.

Guida introduttiva all’IDE Eclipse, per programmare con Java in modo accessibile

Tempo di lettura: 16 minuti

Inizio oggi una serie di articoli che introducono alla possibilità di svolgere la professione del programmatore da parte di sviluppatori affetti da disabilità visiva (non vedenti ed ipovedenti). L’obiettivo è quello di rendere consapevoli le aziende del fatto che questa è una professione possibile per i disabili visivi, ma allo stesso tempo sono gli stessi ipovedenti o non vedenti che devono sapere che possono diventare sviluppatori professionisti, perché oggi gli strumenti ci sono. Nello specifico farò riferimento al sistema operativo Windows 10 a 64 bit, ampiamente diffuso, ma con dei piccoli accorgimenti, questa guida, è adatta anche a sistemi più vecchi o a 32 bit, oltre che per i sistemi Mac e Linux. Inoltre, a fine articolo, ho inserito due sezioni molto importanti:

  • download proposti: sezione contenente l’elenco dei link per scaricare tutti i software di cui si parla in questa guida;
  • materiale proposto: una selezione di materiale utile per l’apprendimento delle basi della programmazione e del linguaggio java.

Nota bene: nel testo uso le doppie virgolette per evidenziare termini importanti, comandi o nomi file, esse non vanno mai riportate nello svolgimento degli esercizi. Continua a leggere Guida introduttiva all’IDE Eclipse, per programmare con Java in modo accessibile

Anche Spindox da voce alla mia storia.

Tempo di lettura: < 1 minuto

Segnalo con enorme piacere che anche Spindox, l’azienda per cui lavoro, si è dimostrata sensibile alla vicenda “dell’autonomia in città e semafori sonori”, scrivendo un articolo sul blog aziendale.

Dal blog Spindox: “Lorenza Castagneri, giornalista del Corriere della Sera, ha dato voce alla storia di Alessandro Albano, collega di Spindox non vedente. A proposito di semafori sonori e autonomia in città.”

Lorenza Castagneri da voce alla mia storia in un suo articolo sul Corriere della Sera. A proposito di semafori sonori e autonomia in città.

Tempo di lettura: 2 minuti

Ringrazio la giornalista Lorenza Castagneri per avere dato voce alla mia storia, di cui ho scritto recentemente in questo blog. Lo scopo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla tematica dell’accessibilità urbana e del modo in cui si spostano in città le persone diversamente abili.
Il ritaglio dell'articolo sul Corriere della Sera
Chi è Alessandro Albano, 39 anni, è cieco da 10 a causa di una malattia degenerativa della retina: la retinite pigmentosa. Vive a Mirafiori Nord e lavora come programmator e a San Donato. Scusi ma lei davvero spende 40 euro ogni giorno per andare a lavorare? «Se devo prendere il taxi andata e ritorno, sì. Se facessi sempre così mi ci vorrebbero 800 euro al mese. Per fortuna, negli anni, mi sono costruito una rete di amici e conoscenti che mi accompagnano. Ma ovviamente gli do una mancia. Oggi spendo circa 20 euro al giorno. A volte vado in macchina con mia moglie. Ma in una famiglia, è difficile riuscire a fare combaciare gli orari dei vari componenti: sono casi rari. Vivo ogni giorno nell’incertezza», risponde Alessandro Albano. Questa è la sua vita quotidiana da impiegato non vedente. Programmatore, vive a Mirafiori Nord e lavora a San Donato, ma il problema non è tanto dover attraversare la città. C’è il bus 71 che passa davanti a casa sua. «Vivo a due passi da via Guido Reni, nelle vicinanze dell’anagrafe, e lì ci sono due semafori sonori. Sarebbe comodissimo usare il bus. Il fatto è che nella zona del mio ufficio, nel complesso Piero della Francesca, i semafori sonori invece non esistono. Questo nonostante ci siano più strade che si intersecano, l’ospedale Amedeo di Savoia, l’Università, il Santo Volto. Lo stesso accade davanti all’ospedale Maria Vittoria dove dovrei scendere dal 71 e salire sul tram 9. Per meusare i mezzi pubblici per andare a lavorare è impossibile. Ho dovuto organizzarmi». Ma da cittadino Albano si chiede come il Comune ha intenzione di aiutare lui e gli altri che potrebbero trovarsi nella sua situazione. «Anche perché a Torino è praticamente impossibile accedere ad eventuali buoni taxi. Io sono in graduatoria, ma non sono mai riuscito a beneficiare del contributo perché i fondi sono limitati. Comunque sarebbe un supporto minimo. Lo esaurirei in quattro giorni di lavoro». Albano ha raccontato la sua storia anche a Marco Bongi, il presidente dell’Apri, l’associazione Pro retinopatici e ipovedenti. Però adattare un impianto semaforico ai non vedenti può costare anche diecimila euro. E così, a Torino, il quadro è desolante: solo il 13,7 per cento dei semafori è “sonorizzato” anche se la quota è in leggero miglioramento. Nel 2018 sono stati adattati sette attraversamenti, due saranno completati a breve e nei prossimi mesi verranno sistemati tutti gli impianti di via Nizza da corso Vittorio a piazza Carducci. La Città prova a fare il possibile. Il resto, almeno al momento, sembra lo debbano fare i cittadini e anche a proprie spese. «Due anni fa, prima di iniziare nella mia attuale azienda, avevo provato il percorso. Sapevo che c’erano difficoltà. Ma non avrei mai rinunciato al lavoro dei miei sogni».

Semafori sonori per non vedenti e viabilità: una richiesta al Comune di Torino.

Tempo di lettura: 3 minuti

#accessibilità #semafori #sonori #mobilità #nonvedenti #lavoro #autonomia #torino

Segue la mail inviata al Comune di Torino per sensibilizzare all’installazione di semafori sonori in zona ospedale Maria Vittoria e in zona Piero della Francesca. L’intervento si rende necessario per rendere la zona accessibile e di conseguenza, permettermi di recarmi sul posto di lavoro con i mezzi pubblici. Tali punti di interesse personali sono condivisi con la comunità dato che sono nei pressi di ospedali, università e Curia di Torino, oltre al fatto che il Piero della Francesca ospita decine di aziende.

Condivido con tutti voi il documento, inviatomi  dalla Segreteria Tecnica dell’ Assessore Viabilità, Infrastrutture, Trasporti e Mobilità di Torino, contenente i semafori sonori ad oggi installati in Torino. Il fatto che siano presenti in questo documento non ne attesta il corretto funzionamento.

——– Messaggio Inoltrato ——–
Oggetto: Semafori acustici, mezzi pubblici, viabilità pedonale lavoratore non vedente
Data: Wed, 20 Mar 2019 10:44:12 +0100
Mittente: Alessandro Albano
A: segreteria.assessorelapietra@comune.torino.it, Info.viabilitaetrasporti@comune.torino.it, segreteriapresidentecirc4@comune.torino.it, maria.lapietra@comune.torino.it, urc@comune.torino.it, segreteria.sindaca@comune.torino.it, segreteria.vicesindaco@comune.torino.it, segreteria.assessoreschellino@comune.torino.it
CC: claudio.cerrato@gmail.com, Gabriele.delcarlo@comune.torino.it, APRI Onlus , Marco Bongi

Buongiorno a tutti,
sono un lavoratore non vedente di Torino, lavoro da 19 anni e da circa 2 anni lavoro al Piero della Francesca e vi scrivo per segnalarvi che non mi è possibile recarmi a lavoro con i mezzi pubblici. Il problema è dovuto dall’assenza di semafori sonori e di attraversamenti sicuri in prossimità delle fermate. In città mi sposto con il bastone bianco. Gli orari sono quelli classici di un lavoratore, la mattina tra le 8 e le 9.30 e nel pomeriggio dalle 16.30 alle 19.

Io parto da Via Forno Canavese (10136) a Torino, mirafiori nord, fino a qui tutto ok, mi reco alla fermata per prendere il 71 (direzione Porta Susa – Bolzano capolinea) in Via Guido Reni, qui ci sono anche i semafori sonori grazie ad un ufficio anagrafe presente a pochi passi.

Devo andare in Corso Svizzera 189/A, per farlo, devo scendere dal 71 e prendere la linea 9 nei pressi dell’Ospedale Maria Vittoria (due attraversamenti via Cibrario e corso Tassoni).

Mi sono fermato nell’esplorare la zona di arrivo in Corso Svizzera. All’andata dovrei scendere alla fermata 184, “Piero della Francesca”, ma è impossibile attraversare in direzione Corso Svizzera 189/A, non c’è alcun semaforo sonoro e nessun riferimento, troppo rischioso farlo “alla cieca”. Pensare che stiamo parlando di meno di 50 metri dalla meta. L’attraversamento risulta pericoloso anche per chi ci vede.

Al ritorno dovrei recarmi alla fermata 183, “Piero della Francesca”,appena dopo via Nole. Lo posso fare, ma completamente “alla cieca”, rischio alto, ci sono dei riferimenti urbani, tipo transenne, che mi permettono di orientarmi un minimo. Qui manca addirittura il semaforo (tra l’altro siamo a pochi metri dalla Diocesi di Torino dove è presente la Chiesa e gli uffici della Curia). Poi devo scendere sempre al Maria Vittoria.

Per non lasciare nulla al caso, con un amico, mi sono spinto fino alla fermata Amedeo di Savoia, sempre in Corso Svizzera, circa a 400 metri da dove lavoro io. Ho pensato, qui c’è un ospedale e l’Università di informatica, ci sarà di sicuro il semaforo sonoro. Infatti NON c’è assolutamente nulla, mi sbagliavo. Non era un tragitto comodo, ma era un qualcosa. Sono solo 400 metri, ma percorsi da non vedente e con due attraversamenti senza semafori, comunque pericoloso.

Sempre in Corso Svizzera, tra i civici 189/A e 185 Bis, sono presenti, in un senso e nell’altro, le eventuali fermate provvisorie della linea 3 e linea 9, anche questi attraversamenti non risultano sonorizzati.

Come intende aiutarmi il Comune di Torino?

Vi prego di non rispondermi che non ci sono i fondi.

È poco utile che vi dica, perchè lo sapete già, che a Torino non è praticamente possibile accedere ad eventuali buoni taxi (sono in graduatoria, ma è tutto fermo da anni)o qualsiasi altro tipo di trasporto per diversamente abili. Per non parlare dell’assoluta mancanza di alternative al servizio taxi. Ad oggi, recarmi a lavoro, mi costa circa 40€ al giorno.

Allego un doc con i semafori sonori in Torino, aggiornato al 2011, avete qualcosa di + aggiornato?

Metto in copia anche l’associazione di categoria Apri Onlus – www.ipovedenti.it

Grazie mille.

Rimango a disposizione.

Ora resto in attesa di una risposta da parte del Comune di Torino.
Stay tuned.

Festival della Scienza: per una matematica accessibile ed inclusiva.

Tempo di lettura: < 1 minuto

Il tema è caldo, l’accessibilità della matematica alle persone non vedenti. Ne abbiamo parlato al Festival della Scienza di Genova e Spindox, l’azienda per cui lavoro è stata al nostro fianco e ci da visibilità con una intervista sul blog aziendale. Da leggere tutto d’un fiato.

Il linguaggio Latex per l’accessibilità dei non vedenti ai contenuti scientifici

Lavorare nel mondo IT con una disabilità visiva: “assolutamente possibile”, una scelta vincente!

Tempo di lettura: 2 minuti

La problematica occupazionale per le persone affette da disabilità visiva, rappresenta da tempo, un tabù che in realtà è ormai sfatato e superato. Non voglio assolutamente sminuire la questione, ma oggi, con un Personal Computer equipaggiato di sintesi vocale, è possibile svolgere diverse mansioni, da quelle di ufficio a quelle più tecnologiche, come lo sviluppatore di software.
Dico questo perchè vivo sulla mia pelle, quotidianamente, l’inserimento in realtà aziendali, nel mondo IT, dove posso esprimere il mio potenziale, “addirittura” da non vedente. Quello occupazionale, rappresenta per me un tema molto caldo, di certo, una persona come tale, ha bisogno di intraprendere un percorso formativo che lo porti a diventare uno sviluppatore di software. Ciò è vero, sia per persone diversamente abili, sia per persone normodotate. La persona diversamente abile ha semplicemente bisogno di un approccio più attento nel ricevere la formazione specifica, chi gli insegna a programmare, deve conoscere gli strumenti giusti, quelli accessibili, l’approccio deve essere meno orientato alla visione, ma orientato al ragionamento e all’ascolto del codice sorgente del software che si intende produrre. Non dimentichiamo infatti che l’apprendimento, passerà per la maggiore, dal canale uditivo. Se poi, il novello sviluppatore conosce il Braille, esso può rappresentare un arma in più, grazie all’utilizzo delle barre Braille collegate al PC tramite bluetooth o cavo usb.
Giunti a questo punto può sorgere il dubbio che però questa tipologia di lavoratore possa avere delle limitazioni, ma vi posso rispondere che questo può essere vero se non si mette il lavoratore nelle giuste condizioni per esprimere il suo potenziale. Se a un non vedente chiediamo di produrre interfacce grafiche, di certo non porterà ad un risultato ottimale, posso scrivere ad esempio una interfaccia web in HTML e JavaScript, ma se nel mio team di lavoro è presente un collega che sviluppa Front End, forse è meglio che se ne occupi lui, soprattutto per le fasi di test della stessa. Da non vedente mi occupo di Back End, sviluppo in Java con i più utilizzati framework, uso Eclipse come IDE perchè totalmente accessibile, mi connetto ai database e scrivo query e tanto altro.
È fondamentale fare parte di un contesto in cui ci si sente parte integrante del progetto, dove si può dare il proprio contributo, dove ci si guadagna lo stipendio. I colleghi che ci circondano devono imparare a conoscerci, a capire i nostri punti di forza in modo da contribuire alla formazione di un team di lavoro omogeneo. Tutto ciò è assolutamente possibile, a patto che si conoscano le tecnologie assistive su PC per fare tutto ciò e si conoscano i software accessibili per svolgere questo lavoro. Come in tutto e come per tutti, se manca la conoscienza, se non si è preparati, si faticherà.
Questo blog vuole essere un punto di partenza, un supporto, io mi rendo disponibile ad informarvi ed orientarvi, per rendervi la vita più semplice, mettendo al vostro servizio ciò che ho imparato autonomamente in questi 18 anni di lavoro nel mondo IT.